sabato 10 novembre 2007

La questione romena in Italia

Dopo la morte di Giovanna Reggiani per mano del cittadino romeno di etnia rom Nicolae Romulus Mailat, è balzato in primo piano il problema romeno e la presenza di queste comunità in diversi quartieri non solo della capitale, ma anche di altre città italiane. La questione derivata dagli stanziamenti di questi immigrati ma, sottolineo, anche cittadini comunitari, è diventata presto un'emergenza tutta italiana. Il problema fondamentale, però, non è tanto il loro vivere nel Bel Paese (è da molto tempo che queste comunità si sono stanziate sul territorio italiano), ma come affrontare il fatto che tra questi ci siano oltre a padri e madri di famiglia, dei deliquenti. Come in tutte le società esistono, infatti, buoni e cattivi. E allora come affrontare questa realtà senza trascendere in forme di "giustizialismo dell'ultimo momento"? E' giusto proseguire nella politica degli sgomberi? Esistono soluzioni alternative?Nei video si delineano due situazioni differenti: immagine di uno sgombero che si discosta dal modello di integrazione e di volontà di confronto portato avanti a Cosenza. Ciò che si percepisce in questo periodo è sintetizzato nelle parole del presidente dell'Associazione romeni in Italia e di alcuni di questi che parlano della speranza di poter lavorare in Italia e di riacquisire l'equilibrio perduto a causa del gesto ingiustificabile di un loro concittadino. Il clima che è seguito all'omicidio di Giovanna Reggiani ha spinto molti a forme di xenofobia e razzismo e, su questo tema, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso la netta convinzione che sia necessario "concorrere, insieme ai propri partner europei, a fare in modo che il pieno rispetto dei principi di accoglienza e di asilo nei confronti di coloro che cercano al di fuori della Patria di origine un futuro migliore per sé ed i propri figli si concili con le esigenze di salvaguardia dei valori culturali della nostra società e di tutela dei diritto alla sicurezza di tutti i cittadini". Quindi, un mondo multi-culturale che tenda all'integrazione e al rispetto delle diversità, senza allontanarsi dal mantenimento di uno stabile livello di sicurezza. Sicurezza che, però, concorra alla coesistenza e condivisione.

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