giovedì 25 ottobre 2007

Quale tipo di informazione oggi?




Il mondo dell'informazione è cambiato. E' un aspetto che si è sviluppato soprattutto negli ultimi anni. Un mondo che cambia continuamente e che porta le persone ad essere parte di un flusso di notizie che scorre su più canali e attraverso più mezzi. Esistono, così, coloro che decidono di essere "protagonisti" o di essere "testimoni" di un evento, e coloro che resistono: i giornalisti. Per alcuni, rappresentano ancora un modo di fare e dare informazione che continua ad essere utile al cittadino pubblico e privato, a colui che vuole informarsi; per altri, resta il "quarto potere".

Nel mondo di Internet, però, dove sempre più spesso domina una comunicazione diretta e priva di intermediazione (si pensi ai video di YouTube), la domanda che ci si pone oggi è se sia ancora necessaria la figura del giornalista e il ruolo del settore editoriale. Una questione che direttamente coinvolge tutti i soggetti della comunicazione e che porta anche in primo piano il modo di gestire questo tipo di informazione: diretta e conoscibile a livello global attraverso Intenet o più semplicamente ristretta a causa della limitazione dell'argomento scelto o della lingua usata per realizzare tale progetto. Ma, al di là di questi "ostacoli", c'è una concreta e possibile formazione di un tipo di inchiesta (se questo termine può essere usato) che definisce la volontà dei soggetti promotori del servizio di documentare una realtà che conoscono e che denunciano perché simbolo di un problema. E' questo il caso di questo video prodotto da alcuni ragazzi e messo in rete per essere così a portata di tutti e che, comunque, possiede in sé una caratteristica fondamentale: al di là di alcuni messaggi scritti in italiano, il linguaggio delle immagini e del suono diventa universale, perché privo del limite del parlato. Inoltre, in tale progetto emerge un grido di denuncia che irrompe sullo schermo dando, al pubblico che lo segue, la conoscenza di un qualcosa che ignoravano, perché ignorato dall'informazione che corre a livello generalista o dagli stessi cittadini in modo diverso. Un linguaggio editoriale e di comunicazione diverso da quelli "classici e tradizionali" che, attraverso tale tecnica di montaggio, colpisce l'attenzione del pubblico.

Ma, in tale ambito, sarebbe bene distinguere tra un'informazione (che ha comunque necessità di avere un'intermediazione e che permette una più semplice fruizione) e una comunicazione che rischia di "confondere" il fruitore, in quanto materiale-grezzo che delinea una singola realtà.

E' vero che la rivoluzione massmediale ha raggiunto dei livelli di libertà di espressione che pochi credevano avrebbe realmente toccato, ma ciò fa pensare a quanto, con l'aiuto delle nuove tecnologie, tutto ciò che si vuole e si può documentare sia possibile, trasformandolo in materiale facilmente consultabile. Ciò definisce ancor meglio la "non esistenza" delle tradizionali frontiere, verso una condivisione maggiore di realtà distanti per spazio e tempo, diverse ma "di tutti".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Annamaria,
sono Francesco Oggiano, il produttore del video che citi. Ti ringrazio per il bel pezzo che hai scritto. COndivido inoltre pienamente la riflessione che fai sui new media e le nuove tecniche di confezione di un prodotto giornalistico.
Spero di risentirci!
Francesco
oggianofrancesco.blogspot.com

annamaria ha detto...
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